17. 2. 1600 ….. Giordano Bruno
Chi
avrebbe mai pensato di individuare nello studio della natura forme
afferenti a modelli originari tali da rappresentare veri e propri
sigilli connaturati all’aspetto trascendentale insito nella natura?
Certamente un uomo “strano”, di temperamento irrequieto e irriverente,
non arreso al passivo allineamento alle dottrine teologico filosofiche
del tempo, Giordano Bruno, filosofo campano, nato a Nola nel 1548, è
sempre stato riduttivamente ricordato per aver ricevuto, nel corso della
sua vita, numerose denunce di eresia da parte del tribunale
dell’Inquisizione della Chiesa Cattolica, e per essere stato infine
dalla stessa Santa Sede incarcerato, processato e condannato a morte,
morte al rogo avvenuta il 17 febbraio del 1600 in Piazza Campo Dei fiori
a Roma. La sua morte non chiude il percorso di studio olistico verso la
conoscenza dei numeri e delle forme della natura che per i loro
contenuti sono il viatico per comprendere l’emanazione del tutto, ente
superiore, artefice della “magia” della natura.
Ecco perché oltre la filosofia, egli si
mostra fin da subito curioso nei confronti di altre discipline quali la
matematica, la mnemotecnica, la cosmologia, la politica, la moralità. Il
suo tratto di originalità sta dunque, nell’essere riuscito ad
intrecciare a geometrie variabili il concetto fondamentale attorno a cui
ruota la sua filosofia, ovvero l’infinito, con i motivi dominanti del
Rinascimento e del pensiero antico: dal monismo panteistico dei
pensatori dell’origine, con particolare attenzione posta sul dinamismo
della natura di stigma eracliteo, all’emanatismo neoplatonico, dalla
confutazione della concezione aristotelica dell’universo, al sostegno
della teoria eliocentrica di Copernico.
Ricordiamo
che Bruno è uno dei primi pensatori che si confrontano con la
modernità, epoca caratterizzata da fratture, da faglie, perché è l’epoca
delle grandi scoperte geografiche. Le Americhe erano situate in un
luogo dove per gli antichi non ci doveva essere nulla (il Mondo è finito
e finisce con le Colonne d’Ercole). Ed ancora un ulteriore tassello è
rappresentato dalle grandi scoperte scientifiche, tra cui la rivoluzione
astronomica ad opera di Copernico che sposta il punto di riferimento
rispetto all’Universo che non è più la Terra, ma il Sole. Ebbene, è
proprio questa intuizione scientifica a fornire a Bruno l’ubi consistam
da cui partire per teorizzare metafisicamente parlando, che se la Terra
egli altri Pianeti ruotano attorno al Sole, di conseguenza anche il
Sole non è al centro dell’Universo, quindi l’Universo è infinito. Ed in
più aggiunge che la prospettiva copernicana non rende conto di come è
fatto l’Universo perché questo Universo, così concepito da Aristotele,
quindi finito, è solo una parte dell’Universo stesso, infatti lo spazio
infinito è costellato da mondi infiniti.
Questa teorizzazione è evidentemente in
contrasto con la dottrina della Chiesa Cattolica che manteneva come
valida la teoria aristotelica di un mondo finito con al centro la Terra e
quindi l’uomo. Ecco che la rivoluzione filosofica bruniana genera
insecuritas, sia da un punto di vista teorico che antropologico. Ma un
vero grande pensiero com’è quello di Bruno, non può contemplare i salti
nell’essere di cui si caratterizza la storia. Un grande pensiero
filosofico vive il tormento epocale e lo affronta per superarlo. Per
questo il merito di Bruno è quello di aver ragionato sulle grandi
categorie filosofiche parlandone e rigenerando il passato, ma sempre con
la voce del suo tempo, con la voce della modernità. Ma c’è di più, in
questo modo Bruno apre le porte ad una visione liberatoria non solo
dell’universo ma anche dell’uomo, il compito dell filosofo è quello di
tendere con “eroico furore” a sempre più alti livelli spirituali,
fino a concepirsi come parte del tutto, quindi a diventare Dio.
L’omologazione a Dio, che per l’epoca era letta come hybris, come
atto di tracotanza, che vuole a tutti i costi sconvolgere l’equilibrio
finito della natura, che tende a una trascendenza nell’illimitato.
Il pensiero di Bruno è volto ad indagare
la Natura, Dio e l’uomo, un grande progetto speculativo che come tale
non può accomodarsi nelle vie di mezzo, sconfinando anche nello studio
della magia, del segno, del simbolo e del rito. Giordano Bruno vive
oltre lo spazio e il tempo, perché è a lui che si deve la pervicacia
nel teorizzare e mai rinnegare la metafisica infinità dell’Universo e
degli infiniti mondi. Egli postula l’affermarsi della libertà di
pensiero e di espressione dell’uomo, contro i dogmatismi tardo medievali
che sottomettevano coartatamente entro formalismi e preconcetti
intellettuali e sociali la ricerca filosofica. Questo perché la
filosofia in quanto ricerca è libertà, è pluralismo, non un confronto
dialettico basato su sterili teorie, spesso ingabbiate in presunte
verità teologiche. Ma le sue teoresi sopravvivono abbracciando la
totalità della magia legata all’esistenza e al pensiero umano, e la
pubblicazione di Summa Therminorum Metaphysicorum curata da Raphael Egli, entusiasta seguace di Paracelso legato all’Ordine dei Rosacroce,
è testimonianza storiografica del legame tra il famoso alchimista ed il
frate domenicano nello studio delle conoscenze esoteriche.
Oggi sono 418 anni da quando Bruno morì
bruciato sul rogo a Roma a Campo dei Fiori, con la lingua schiacciata da
una morsa affinché gli fosse impedito di parlare, Questo imposto
silenzio però non ha retto nei secoli al fragore generato dalle idee. Si
tratta di un concetto caro al frate domenicano. Le idee, alla fine,
hanno imposto la loro esistenza costata la volontà di non abiurare.
Ambrogio Giordano
Fonte http://www.consulpress.net/17-2-1600-giordano-bruno/
Ambrogio Giordano, nato a Foggia il
5/9/1961, è attualmente Dirigente Tecnico presso AMIU Puglia Spa. È
laureato in Ingegneria Civile ed Ambientale, Sociologia, Pianificazione
Territoriale Urbanistica e Ambientale ed ha anche conseguito un Master
universitario di II Livello in Scienze Criminologiche.
Da anni si occupa di problemi inerenti l’ambiente, modelli matematici e temi sociali collegati al mondo del lavoro ed ai fenomeni di devianza sociale, collaborando con numerose Organizzazioni, Enti ed Associazioni con finalità sociali e culturali. Attualmente è presidente del comitato tecnico scientifico dell’Associazione Rinascita e Rose. Ha collaborato alla stesura di numerosi testi organizzando e presiedendo convegni inerenti tematiche legate alla filosofia, alla logica matematica e tematiche socio-economiche. Tra i suoi interessi: la filosofia, la logica e le scienze sociali. Molti dei suoi scritti sono rintracciabili su numerosi blog e sui social network.
Da anni si occupa di problemi inerenti l’ambiente, modelli matematici e temi sociali collegati al mondo del lavoro ed ai fenomeni di devianza sociale, collaborando con numerose Organizzazioni, Enti ed Associazioni con finalità sociali e culturali. Attualmente è presidente del comitato tecnico scientifico dell’Associazione Rinascita e Rose. Ha collaborato alla stesura di numerosi testi organizzando e presiedendo convegni inerenti tematiche legate alla filosofia, alla logica matematica e tematiche socio-economiche. Tra i suoi interessi: la filosofia, la logica e le scienze sociali. Molti dei suoi scritti sono rintracciabili su numerosi blog e sui social network.
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