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mercoledì 26 settembre 2018

Sesso disabile, anima e corpo



Il cortometraggio americano Breathing Lessons: The Life and Work of Mark O'Brien del 1996 diretto dalla regista Jessica Yu che nel 1997 si è aggiudicato l'Oscar come Best Documentary delineando il ritratto dello scrittore Mark O'Brien, che a seguito della poliomielite contratta da bambino passò gran parte della sua vita in un polmone artificiale.
Egli affermava : "Le due mitologie sulle persone disabili si riducono a una: non possiamo fare nulla, o due: possiamo fare tutto, ma la verità è che siamo solo umani".
Per oltre quarant'anni, ha combattuto contro la malattia, subendo e rigettando i vincoli della burocrazia, mettendo in luce le contraddittorie percezioni inerenti la disabilità proiettate sul piano sociale al fine di ribadire il suo diritto a condurre una vita indipendente, nella sua interezza ed identità, anche sessuale.
Mark O'Brien parte dagli sforzi e dalle sensazioni derivanti dagli esercizi di respirazione, sino alle profonde considerazioni legate al lavoro, al sesso, alla morte ed anche a Dio e innalza le poesia della bellezza della vita in tutte le sue forme ed identità, e pare gridare io vivo, io sono nel totale rapporto identitario con la realtà che circonda la mia condizione di disabile, io devo poter esistere per ciò per cui sono.
Ecco che fuori dagli schemi e preconcetti legati al proprio background sociale, culturale e religioso mi soffermo a considerare che forse è stato atavicamente tenuto fuori da ogni considerazione il rapporto esistente tra sessualità e disabilità.
Oggetto e scopo sessuale nonché l’intero universo della sfera sessuale che ordine di problema costituisce nel variegato mondo del diversamente abile?
Per un primo, ma profondo approccio a questo problema consiglio la visione del film “The Session” del 2012 che facendo riferimento sempre a Mark O'Brien, narra in chiave cinematografica la storia del poeta e giornalista che a 38 anni decide di porre fine al suo stato di verginità sessuale e con l’aiuto del sacerdote a lui vicino, padre Brendan, assume un compassionevole surrogato sessuale rappresentato da una donna con cui concorda sei incontri, che si interromperanno a causa dell’impeto delle emozioni affettive e passionali che il rapporto così instaurato causerà involontariamente .
Le moderne teorie psicoanalitiche si sono allontanate dall’interpretazione energetico-pulsionale, circa la definizione della sfera sessuale almeno nel suo aspetto esplicativo, convergendo verso le teorie oggettuali che percepiscono l'origine dello sviluppo psichico, e con esso quello della sessualità, nelle relazioni oggettuali, conseguenza dell’esperienza relazionale, non legate a fenomeni endogeni.
Ogni persona ha la sua soggettiva attitudine nell'essere affascinato e sessualmente eccitato, nel provare particolare piacere coinvolto in alcune circostanze piuttosto che in altre, così come provare pulsioni nei confronti di specifiche parti del corpo, così come nei confronti dell’osservare determinate situazioni o provare sensazioni tattili, sentire odori, suoni o essere attratto da capi di abbigliamento particolari: un universo complesso in cui si struttura una propria unica identità sessuale.
Pauletta D'Anna interpreta in chiave antropologica la sfera della sessualità, in ogni sua manifestazione enucleandosi dal concetto di normalità/patologia, mettendo così in luce di sola oggettività, come essa sia determinata dal gruppo sociale
La dimensione sessuale individuale è costituita dall’insieme delle costruzioni psichiche che scandiscono lo sviluppo di un individuo, che vengono memorizzate, come iniziale entità dinamica, si sedimentano nel tempo costituendo le strutture della sessualità individuale.
Queste “memorie” soggettivamente vissute come provenienti dagli organi genitali, sono in effetti delle mere elaborazioni psichiche per cui ogni percezione divine un insieme di afferenze. Le entità identificate come insiemi afferenziali rappresentano i significanti dei significati interiori strutturatisi nell’iter del costrutto evolutivo dell’identità sessuale soggettiva.
Allora anche i disabili fanno sesso….peccato che in questa società ciò sia ancora un tabù che va abbattuto.
Ambrogio Giordano

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