Lucera, 06.01.2019
- Non erano tre e non erano Re, chi erano i Magi che resero
testimonianza a Gesù? Tutti conoscono la storia dei Magi, che giunti in
Giudea seguendo una stella portarono in dono a Gesù, nel giorno della
nascita – avvenuta nella città di Betlemme, come preannunciato nella
Bibbia (Michea 5,1) riconosciuto come Messia e Re dei Giudei – oro (in omaggio alla sua regalità), incenso (in omaggio alla sua divinità) e mirra
(una gommoresina aromatica usata per le imbalsamazioni, in omaggio alla
sua vittoria sulla morte). In realtà dei Magi parla soltanto un
vangelo, quello di Matteo (2,2) dove non ne è precisato il numero e non si dice fossero Re.
Quella è un’altra storia venuta secoli dopo che non c’entra nulla con
la figura storica dei Magi. L’adorazione dei Magi a Gesù bambino è
definita Teofania dalla Chiesa Ortodossa (dal greco theophàneia, composto da theos – dio e da phàinein – manifestarsi) che la festeggia unicamente al Natale ed Epifania (dal greco epifaneia – manifestazione) dalla Chiesa Cattolica che la festeggia a parte il 6 gennaio.
Ma chi erano i Magi? Per lo storico e scrittore greco di Alicarnasso (Asia Minore – attuale Turchia) Erodoto, i Magi o magoi erano una casta sacerdotale ereditaria dei Medi sul tipo di quella dei bramini indù, sacerdoti astronomi che hanno dato nome al termine magia (magi = persiano magh, latino magus, greco magos), una casta di astronomi, indovini, incantatori, incaricati del culto del fuoco, prelati dell’antica religione zoroastriana presente in Iran (letteralmente Terra degli Ariani) da tempo immemorabile.
L’abbigliamento dei Magi non era regale ma molto semplice, avevano pantaloni aderenti, tuniche corte, scarpe a punta ricurva e ampi mantelli sulle spalle; ma soprattutto avevano il capo coperto dai tipici “berretti frigi”, copricapo rosso conico con la punta ripiegata in avanti. La religione zoroastriana fu fondata da Zarathustra, un profeta proveniente dall’attuale Azerbaigian, il cui nome significa Terra dei Fuochi in onore di questa antica religione, tanto che nella capitale Baku ancora oggi si trova un antico tempio di fuoco Ateshgah.
Ma chi erano i Magi? Per lo storico e scrittore greco di Alicarnasso (Asia Minore – attuale Turchia) Erodoto, i Magi o magoi erano una casta sacerdotale ereditaria dei Medi sul tipo di quella dei bramini indù, sacerdoti astronomi che hanno dato nome al termine magia (magi = persiano magh, latino magus, greco magos), una casta di astronomi, indovini, incantatori, incaricati del culto del fuoco, prelati dell’antica religione zoroastriana presente in Iran (letteralmente Terra degli Ariani) da tempo immemorabile.
L’abbigliamento dei Magi non era regale ma molto semplice, avevano pantaloni aderenti, tuniche corte, scarpe a punta ricurva e ampi mantelli sulle spalle; ma soprattutto avevano il capo coperto dai tipici “berretti frigi”, copricapo rosso conico con la punta ripiegata in avanti. La religione zoroastriana fu fondata da Zarathustra, un profeta proveniente dall’attuale Azerbaigian, il cui nome significa Terra dei Fuochi in onore di questa antica religione, tanto che nella capitale Baku ancora oggi si trova un antico tempio di fuoco Ateshgah.
I Magi che adorarono Gesù provenivano probabilmente dalle
montagne del Kurdistan, dove vivevano i Medi, un antico popolo iranico
che per Erodoto prima ancora si chiamavano Ariani e cambiarono il nome
in Medi in onore di Medea la Colchide, moglie di Giasone capo degli
Argonauti ed i cui discendenti sono gli attuali Curdi. Il territorio
della Media dal quale probabilmente venivano i Magi è un vasto altopiano
situato nella parte settentrionale e nord-orientale della Mesopotamia,
che include i laghi di Urmia e Van, le catene dei monti Zagros e Tauro.
A titolo di pura curiosità l’antica lingua dei Medi sopravvive attualmente unicamente in un piccolo villaggio montanaro di nome Abyaneh, di poco più di 300 abitanti, situato nella regione iraniana di Isfahan, dove è ancora presente un antichissimo tempio di fuoco zoroastriano Harpak utilizzato anticamente dai Magi.
A titolo di pura curiosità l’antica lingua dei Medi sopravvive attualmente unicamente in un piccolo villaggio montanaro di nome Abyaneh, di poco più di 300 abitanti, situato nella regione iraniana di Isfahan, dove è ancora presente un antichissimo tempio di fuoco zoroastriano Harpak utilizzato anticamente dai Magi.
Ma
perché i Magi, sacerdoti di una religione straniera, andarono a rendere
omaggio a Gesù? Nel Vangelo di Matteo è scritto che seguirono un astro,
e non una stella cometa, secondo gli astronomi intorno all’Anno Uno
passò vicino alla terra la cometa di Encke e nell’anno 7 a.C. ci fu una
congiunzione particolarmente luminosa Giove-Saturno che si trovarono nel
cielo uno vicino all’altro per ben tre volte come evidenziato da
Corrado Lamberti, direttore della rivista “Le Stelle”, ma forse
il motivo va ricercato nei testi sacri dell’antica religione mazdeista o
zoroastriana, dove nell’Avesta è prevista la nascita, da una Vergine,
di un “salvatore” o Saoshyant che sovrintenderà al
rinnovamento del mondo. Il Saoshyant o Salvatore alla fine dei tempi
porterà alla risurrezione dei corpi a cui seguirà il giudizio universale
e nel Vangelo dell’infanzia arabo siriano (un vangelo apocrifo) c’è
scritto che in seguito alla nascita di Gesù a Betlemme vennero dei Magi
dall’Oriente “…come aveva predetto Zarathustra”.
Gesù, il Messia ebraico (m?š???) che rende compimento a quanto preannunciato nella Bibbia dai Profeti Isaia (7:14) e Geremia (31:22) è anche il Salvatore (Saoshyant) profetizzato da Zoroastro nell’Avesta e sia per la Bibbia che per l’Avesta Gesù doveva, per rendere compimento alle profezie delle due religioni monoteiste dell’antichità, nascere da una Vergine, come testimoniato anche nei Vangeli di Luca (1:34-35) e Matteo (1:18-23).
La figura dei Magi, sacerdoti astronomi dell’antico culto zoroastriano (che ancora sopravvive, con circa 300.000 fedeli, concentrati soprattutto in Iran e in India), venuti da una terra straniera (probabilmente dai monti Zagros nell’attuale Kurdistan iracheno) a rendere testimonianza della manifestazione di Gesù quale Messia e Salvatore, ha una grande importanza simbolica nel cristianesimo perché rappresenta l’universalità del messaggio di Cristo venuto per la salvezza non del solo popolo d’Israele ma di tutta l’umanità.
Gesù, il Messia ebraico (m?š???) che rende compimento a quanto preannunciato nella Bibbia dai Profeti Isaia (7:14) e Geremia (31:22) è anche il Salvatore (Saoshyant) profetizzato da Zoroastro nell’Avesta e sia per la Bibbia che per l’Avesta Gesù doveva, per rendere compimento alle profezie delle due religioni monoteiste dell’antichità, nascere da una Vergine, come testimoniato anche nei Vangeli di Luca (1:34-35) e Matteo (1:18-23).
La figura dei Magi, sacerdoti astronomi dell’antico culto zoroastriano (che ancora sopravvive, con circa 300.000 fedeli, concentrati soprattutto in Iran e in India), venuti da una terra straniera (probabilmente dai monti Zagros nell’attuale Kurdistan iracheno) a rendere testimonianza della manifestazione di Gesù quale Messia e Salvatore, ha una grande importanza simbolica nel cristianesimo perché rappresenta l’universalità del messaggio di Cristo venuto per la salvezza non del solo popolo d’Israele ma di tutta l’umanità.
Filippo Ortenzi – Ambrogio Giordano
Ambrogio Giordano,
Ingegnere, Pianificatore T.U.A. Sociologo, Criminologo, Ambientalista,
Dirigente Tecnico dell’AMIU Puglia S.p.A., Presidente dell’Associazione
sociale e culturale “Rinascita e Rose” nonché punto di riferimento della
comunità ortodossa dauna è stato insignito della prestigiosa
onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito di San Nicola di Myra.
Sua Beatitudine Alessandro I, al secolo Alessandro Meluzzi, Medico Psichiatra, Psicoterapeuta, Criminologo, Primate Metropolita Chiesa Ortodossa Italiana, C. Incontro, doc. Psichiatria Forense, Presidente onorario PAI
Nessun commento:
Posta un commento